venerdì 26 febbraio 2010

Sit in a Vicenza


In un momento in cui Emergency è impegnata in prima linea a soccorrere le vittime civili dell'offensiva Nato nel sud dell'Afghanistan, il "Presidio permanente No Dal Molin" e il gruppo Emergency di Vicenza hanno deciso di organizzare un sit in di denuncia e protesta contro i crimini di guerra commessi contro la popolazione afghana, primo fra tutti l'avere impedito l'accesso alle cure sanitarie alla popolazione colpita dai bombardamenti.

L'appuntamento è sabato 27 febbraio, alle 10.30, in viale della Pace a Vicenza, proprio di fronte alla Caserma Ederle. Dal palco parlerà Rossella Miccio, membro del direttivo di Emergency e coordinatrice dell'ufficio umanitario.

Primo marzo 2010 a Rovigo

Anche a Rovigo il Comitato primo marzo 2010, sciopero degli stranieri, manifesta come in altre 52 città d'Italia. Ecco le iniziative in programma:
- alle 11.30 una delegazione incontrerà il Prefetto di Rovigo, Aldo Adinolfi, a cui sarà consegnata una petizione per migliorare le condizioni degli immigrati, sia a livello locale, che a livello nazionale. Tra le proposte locali, si chiede che la Questura di Rovigo, come già quella di Treviso, estenda da sei mesi ad un anno il tempo concesso a chi perde un lavoro per trovarne un altro, evitando che la disoccupazione porti in breve alla perdita del permesso di soggiorno. Si chiede inoltre il rispetto dei tempi di consegna dei permessi o l'introduzione di cedolini sostitutivi. Infine, di fermare il rimpatrio di donne incinte prive di permesso di soggiorno.
- Alle 12, Forum e sit in in piazza Vittorio Emanuele II, con un gazebo in cui verrà distribuito materiale illustrativo, megafono aperto con la cittadinanza, interventi, letture e dialoghi.
Al Comitato aderiscono Biancoenero, Folkloriamo, Associazione Immigrati per la Cultura ed i Servizi Sociali, Arcisolidarietà, Arci Provinciale, Emergency Rovigo, Donne in Nero, Comunità Emmaus di Fiesso Umbertiano, Centro Francescano di Ascolto, Federazone della Sinistra, Coordinamento insegnanti provinciale, Rovigo Opera Nomadi.
Info: primomarzo2010rovigo@gmail.com

sabato 20 febbraio 2010

Incontro all'istituto "Conti" di Lendinara

Il Resto del Carlino del 20 febbraio 2010
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La Voce di Rovigo del 19 febbraio 2010
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Il Resto del Carlino del 12 febbraio 2010

mercoledì 17 febbraio 2010

La madre di tutti i razzismi

Sabato 20 febbraio, alle 16 al Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo, in viale Trieste 23, "La xenofobia: madre di tutti i razzismi", conversazione-dibattito con Alberto Burgio, docente di filosofia presso l’università di Bologna ed autore di numerosi saggi sul razzismo.
L'iniziativa è promossa dal Comitato Primo marzo 2010 - sciopero degli stranieri - Rovigo.

Il Comitato si riunisce ogni venerdì alle 20.30, nella sala del Csv, per costruire insieme la mobilitazione del Primo marzo 2010: un giorno senza immigrati. Per una società civile nel rispetto dei Diritti Umani. Insieme in mixitè, italiani e stranieri, come cittadini del mondo, uguali per nascita, uguali per doveri, uguali per diritti. Per informazioni: Comitato Primo marzo - sciopero degli stranieri, Rovigo, tel. 0425.411101

Nella calza della Befana 450 euro per Emergency

La Voce di Rovigo del 17 febbraio 2010

giovedì 11 febbraio 2010

La macchina del capo

Il 27 febbraio 2010, alle 21.20 al Palazzetto dello Sport di Porto Viro (via XXV Aprile, 54), Marco Paolini è in scena con lo spettacolo "La macchina del capo". I volontari del gruppo Emergency di Rovigo saranno presenti all'ingresso del teatro con un banchetto informativo e di raccolta fondi a sostegno degli ospedali dell'organizzazione umanitaria attiva in paesi colpiti dalla guerra.
Lo spettacolo, inserito nella rassegna organizzata da Comune di Rovigo e Arteven, vede la presenza di Lorenzo Minguzzi dei Mercanti di Liquore, con cui l'attore costruisce un filo narrativo che intreccia storie, personaggi, avventure e ricordi narrati non per nostalgia, ma per divertimento. Immagine e informazioni tratte dal sito www.arteven.it.

venerdì 5 febbraio 2010

Primo marzo, due iniziative

Emergency ha scelto di sostenere le iniziative del 1° marzo, sciopero nazionale degli immigrati (leggi comunicato). Anche a Rovigo, come in molti comuni italiani, questo appuntamento sarà accompagnato da iniziative pubbliche, che coinvolgeranno immigrati, associazioni e cittadini. Sono due i comitati che stanno preparando la mobilitazione in vista del primo marzo.

Il Comitato Primo Marzo 2010 di Rovigo si incontra ogni venerdì alle 20.30 nella sede del Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo, in viale Trieste n. 23. Per contattare i responsabili del Comitato a Rovigo: primomarzo2010rovigo@gmail.com. - tel. 3349218367 - 0425-411101.

Il Comitato degli Immigrati di Rovigo propone ai cittadini stranieri di farsi sentire con una intera settimana di sciopero della spesa, dal 22 febbraio al 1° marzo 2010, "Un giorno senza di noi". Sabato 6 e martedì 9 febbraio saranno al mercato a Rovigo per un volantinaggio. La prossima riunione organizzativa sarà martedì 9 febbraio dalle ore 16,30 in poi, presso Il Centro Donna Interculturale di Rovigo. Per informazioni: tel: 347.4797112 - 24oresenzanoi-rovigo@libero.it

lunedì 1 febbraio 2010

Il primo marzo con i migranti


“Noi ce ne possiamo anche andare via, ma voi?”
È la dichiarazione rilasciata alla stampa da una giovane donna, migrante, durante il sit-in di sabato 9 gennaio a Roma, organizzato per esprimere solidarietà agli immigrati dopo i fatti di Rosarno. È una dichiarazione che ci sentiamo di riprendere e sottoscrivere a pieno, non solo per dare nuovamente voce a chi subisce sulla propria pelle, in prima persona, la gravità degli accadimenti di questi ultimi giorni, ma anche per sottolineare il senso di civiltà, l’attenzione e la sensibilità, persino la preoccupazione, che essa porta con sé. Perché sì, insieme a “che ne sarà di voi?”, viene da chiedersi: “ma noi?” Noi - chiunque questo pronome voglia comprimere in sé, e che Emergency riesce solo a concepire come inclusivo, non esclusivo di umanità alcuna -, noi che ci siamo e che restiamo in questo Paese, come pensiamo di poter continuare lungo questa china? Cosa resterà di noi, di tutto? Quale quotidiano e quale domani ci toccherà affrontare? E non solo, ovviamente, da un punto di vista pratico (“Chi curerà i nostri anziani e i nostri bambini? Chi si occuperà di tutti quei lavori necessari che gli italiani non vogliono più fare?”), ma soprattutto, molto più importante, da un punto di vista etico, umano: come potremmo, ad esempio, insegnare ai nostri italianissimi figli che è sbagliato picchiare il compagno di classe per rubargli un cellulare, se invece accettiamo che parte della popolazione che risiede sul nostro suolo sia resa schiava, privata dei più elementari diritti, e minacciata, aggredita, cacciata se si azzarda a protestare?
Come sempre, Emergency crede che i diritti, più che declamati, vadano messi in pratica. Come facciamo dal 2006, nel nostro Poliambulatorio di Palermo, che offre assistenza sanitaria gratuita ai migranti,con o senza permesso di soggiorno, ma anche alla popolazione italiana in stato di bisogno. E il nostro concreto impegno per il 2010 è la ricerca di spazi e di disponibilità per aprire altre strutture sanitarie, in Italia, sul modello di quella di Palermo. Un impegno che ha bisogno della collaborazione delle istituzioni e di tutti i cittadini che si riconoscono nel dovere dell’accoglienza a chi approda in questo Paese fuggendo la guerra e la povertà che continuano ad essere seminate nel mondo.
Emergency aderisce con convinzione alla mobilitazione dei migranti organizzata per il 1° marzo 2010. Consapevoli che loro, i migranti, difficilmente potranno partecipare: proprio perché i più deboli, i più ricattabili. Proprio per questo motivo riteniamo importante la partecipazione di quanti possono (ancora?) godere di questo diritto. E per dare una volta di più concretezza alla nostra adesione, i dipendenti di Emergency che, nella giornata del 1° marzo, aderiranno alla mobilitazione devolveranno la giornata di lavoro al Poliambulatorio di Palermo e invitano volontari e sostenitori a fare altrettanto. E invitiamo tutti a porsi la domanda: “Loro se ne possono pure andare, ma noi?"