(m.l.) I conflitti si possono prevenire, basta volerlo. È stata questa la conclusione cui sono arrivati i relatori del convegno "Armi, banche armate e guerre" che ha avuto luogo venerdì sera nella sala della Gran Guardia di Rovigo, all’interno delle celebrazioni della 14. Festa della Mondialità e della Pace. L’iniziativa, che è promossa dall’assessorato ai Diritti umani con il Coordinamento dei gruppi per la pace di Rovigo, avrà il suo culmine oggi pomeriggio con la settima marcia provinciale che partirà da Pezzoli per arrivare a Rovigo attraversando Villadose.
Sono intervenuti all’incontro dibattito Giovanna Bruna Pineda, assessore alle Pari opportunità del Comune di Rovigo, Francesco Vignarca, Responsabile della Rete italiana per il disarmo, e Paolo Busoni, logista di Emergency, esperto di geopolitica e armi.
Busoni ha portato per primo la propria testimonianza sugli effetti devastanti che le armi hanno sulle persone. «Mi sono sempre interessato di guerra, tanto che mi sono laureato in Storia con particolare attenzione agli avvenimenti militari degli ultimi due secoli. Credevo di sapere tutto. Ma i conflitti armati non sono solo fatti da strategie, date e condottieri. Ho aperto gli occhi sono quando con Emergency mi sono trovato a dare un volto e un nome ai numeri di morti e feriti delle vittime civili».
Secondo Busoni, infatti, è la distruzione di massa il vero cardine dalla strategia bellica moderna. Distruzione che non è diretta all'annientamento della forza armata, ma a tutta la nazione avversaria in ogni sua manifestazione sia fisica che culturale e religiosa «In una parola - conclude il socio di Emergency - umana».
A Francesco Vignarca, infine, è spettato il compito di tirare le somme della serata. «Il vero problema non è il traffico illegale di armi - spiega - perché rappresenta solo il 5 per cento del commercio totale. Bisogna andare a fondo della questione. Documentarsi su come il mercato delle armi sia legalizzato anche in paesi come la nostra Italia. Ci sono tutte le carte in regola per poter cambiare le cose ma dobbiamo essere tutti più coscienti di quello che succede».
Deve essere sempre «ben presente - conclude Vignarca - come si è conclusa la questione tra repubblica Ceca e Slovacchia. Non è stato sparato un colpo, diversamente dalla tragedia della Jugoslavia. Questo ci deve far riflettere su come grazie al benessere i conflitti possono essere evitati, con risultati eccezionali».
dal Gazzettino di Rovigo del 10 maggio 2009
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